Celebrare il decennale di Emergenza Sorrisi, l’organizzazione non governativa di medici volontari che, dal 2007, realizzano vere e proprie missioni chirurgiche in favore di bambini colpiti da gravi patologie di malformazione (come il labbro leporino), ustioni e ferite di guerra. Questo lo scopo del convegno 10 anni di cooperazione con Emergenza Sorrisi, organizzato a Roma, nella Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, con il patrocinio del Ministero degli Esteri, Ministero della Salute e Istituto italiano donazione.
Sono intervenuti il dottor Fabio Abenavoli, presidente di Emergenza Sorrisi, l’onorevole Ileana Argentin, membro della Commissione Affari Sociali della Camera, Mohamed Cherif Diallo, ambasciatore in Italia della Repubblica di Guinea, Grazia Marcianesi Casadei dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo, Susanna Pietra, rappresentante della Chiesa Valdese, e il professor Foad Aodi, presidente della Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), del movimento internazionale Uniti per unire e dell’Unione medica euro-mediterranea (Umem).
Ai microfoni di Frammenti di Pace il presidente Abenavoli ha sottolineato la soddisfazione “di aver lavorato con più di 500 medici in 17 Paesi, tra Africa e Medio Oriente, con l’importante risultato di oltre 4mila bambini operati gratuitamente con successo in 72 missioni chirurgiche”. “Un’attività di puro volontariato – ha aggiunto – in anni difficili in cui c’è bisogno di azioni concrete positive”. “Il nostro sogno attuale – ha confessato – è contribuire al ritorno dei Siriani in Siria. Un obbiettivo difficile, me ne rendo conto, ma con i sogni si deve puntare in alto”.
Introducendo poi la conferenza, il dottor Abenavoli ha spiegato come Emergenza Sorrisi operi in Paesi dove non sempre è facile avere cure mediche, attraverso l’invio di medici, farmaci, macchinari e attuando anche formazione medica sul posto. “In ogni Paese in cui operiamo – ha affermato – creiamo una rete che unisce i medici con le autorità locali. Cerchiamo di restituire il sorriso ai bambini con le donazioni e il sostegno di privati e aziende, e attraverso la collaborazione con altre ong”.
“Fabio Abenavoli è un amico fraterno – ha dichiarato Ileana Argentin – non si pone limiti e cerca sempre nuove sfide e nuovi obbiettivi da raggiungere. Regalare il sorriso a qualcuno rende il mondo migliore e per questo ho sostenuto questa organizzazione fin dall’inizio. La loro attività contribuisce a non far sentire isolate le persone malate , come se vivessero in un mondo parallelo e separato. Problemi che ho sperimentato anche io nella mia storia personale di disabile. È fondamentale aiutare queste persone a tirare fuori di nuovo la gioia che hanno dentro”.
Ha quindi preso la parola l’ambasciatore della Repubblica di Guinea che, “da rappresentante di un Paese in via di sviluppo” ha ringraziato Emergenza Sorrisi e l’ha invitata ad “ampliare ancora le attività umanitarie in difesa delle persone più vulnerabili, soprattutto i bambini”.
Diallo ha poi parlato del suo Paese, uno Stato “dalla forte stabilità politica, elemento raro da trovare in Africa occidentale”, ma che “ancora non ha avuto un decollo economico, nonostante le enormi ricchezze del suo territorio”. La maggiore causa di emigrazione dalla Guinea è quindi la povertà. E si tratta di un’emigrazione “prevalentemente giovanile”, ancora attratta dal “sogno dell’Europa come Eldorado”. Un flusso che attraversa anche l’Italia: i Guineani rappresentano infatti “il terzo gruppo più numeroso” fra i migranti arrivati nella Penisola lo scorso anno.
Evidenziando nuovamente l’importanza delle attività di Emergenza Sorrisi, Grazia Casadei, ha ricordato il tema dello sviluppo dei sistemi sanitari nei Paesi più poveri. “L’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo – ha spiegato – si sta impegnando contro il problema globale della malattie croniche, un fenomeno inevitabile negli Stati a reddito medio-alto, dove la percentuale di anziani è più alta, ma che tocca sempre più anche quelli in via di sviluppo dove sono ancora forti le malattie epidemiche e infettive”.
L’intervento di Susanna Pietra è stato invece incentrato sulla “scelta laica” della Chiesa Valdese di investire le risorse ricevute attraverso l’otto per mille in progetti non collegati ad attività religiose, ma che puntano sul sociale e sull’umanitario: “La metà dei fondi la destiniamo a finanziare progetti di realtà che operano in Paesi lontani. Una scelta per porre l’attenzione, anche in un momento di crisi, su situazioni di disagio e povertà apparentemente così lontane da noi, ma che non vanno dimenticate. Proprio per questo sosteniamo Emergenza Sorrisi, che non si limita all’assistenzialismo, ma sviluppa le risorse professionali, tecniche, umane e culturali dei Paesi in cui opera”.
Ha concluso il convegno Foad Aodi, medico palestinese che vive da molti anni in Italia, in prima linea nella promozione del dialogo interculturale e interreligioso: nel 2016 è stato uno dei principali ideatori, dopo l’attentato di Nizza, delle iniziative Musulmani in chiesa e Cristiani in moschea. “Noi del Co-mai, Umem e Uniti per unire – ha dichiarato – siamo a fianco di Emergenza Sorrisi. Facciamo parte di quel movimento/partito internazionale che si oppone ai muri, alla paura, alle discriminazioni, e vuole il dialogo e la pace. Puntare sulla medicina e sulle cure aiuta ad avvicinare persone lontane. È una missione di pace a favore di tutti, nessuno escluso”.